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RECENSIONE: La fabbrica di bottoni - non commettere atti impuri

Aggiornamento: 4 ott


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Editore: @rizzolilibri

Valutazione: ⭐⭐⭐⭐/5

 

         𝐓𝐑𝐀𝐌𝐀:

Padova, 1967. Quando Carla lascia il paese per lavorare in città come segretaria alla fabbrica di bottoni Zedapa, ha poco più di vent’anni ma le idee molto confuse su cosa si deve fare con i maschi e soprattutto col proprio corpo. Di fidanzati o "tosati", come dicono dalle sue parti, non ne ha ancora avuti. Insomma, è una ragazza perbene che non ha mai messo in discussione l’educazione cattolica ricevuta dalla famiglia. L’impatto con Padova, dove l’attende una routine di turni e rigide regole, e poche relazioni se non con le colleghe dell’ufficio, non è lo scossone che si aspettava. Finché un giorno, per strada, le allungano un volantino con una domanda che la spiazza: “Conosci il tuo corpo?”. È l’invito a unirsi a un gruppo di autocoscienza per ragazze. Intimorita e insieme curiosa – e la curiosità, le hanno insegnato, è sempre peccato – Carla prende coraggio e decide di partecipare, unica ragazza di campagna in mezzo a tante studentesse. Così, seduta a terra in cerchio tra di loro, con uno specchio in mezzo alle gambe, imparerà che per scoprire chi è davvero deve avere la forza di mettere da parte tutto ciò che le è stato imposto e osservare i propri desideri. In una storia intima e perfettamente congegnata, Jennifer Guerra si appropria del sesto comandamento, “Non commettere atti impuri”, per raccontarci una piccola, personalissima rivoluzione, alle soglie della nascita del movimento femminista in Italia.

 

       𝐂𝐎𝐒𝐀 𝐍𝐄 𝐏𝐄𝐍𝐒𝐎:

Buon pomeriggio lettori del mio cuore ❤️ come state oggi? Spero bene.

❓Vi intriga questa novità?

Oggi sono qui per parlarvi di un'altra bellissima opera arrivata nelle nostre librerie e online.

Come sapete sono una grande amante del genere, quindi potevo mai farmela scappare? Assolutamente no.

La fabbrica di bottoni di Jennifer Guerra fa parte della collana di Romanzi sulla rivisitazione dei Dieci Comandamenti. Anche questo è un romanzo breve ma potente, che racconta la nascita di una coscienza femminile in un’Italia che sta appena cominciando a cambiare.


“ Conosci il tuo corpo? ” — una domanda semplice, ma capace di scardinare un’intera educazione.


Padova, 1967. Carla ha poco più di vent’anni quando lascia il suo paesino per lavorare come segretaria alla fabbrica di bottoni Zedapa. È una ragazza perbene, cresciuta in una famiglia cattolica, con idee confuse su amore, desiderio e libertà. La città non è il terremoto che si aspettava: turni rigidi, poche relazioni, una vita che scorre tra doveri e silenzi.

Finché un volantino — “Conosci il tuo corpo?” — la spiazza. È l’invito a un gruppo di autocoscienza femminile, dove ragazze si riuniscono per parlare, esplorare, mettere in discussione ciò che è stato imposto. Carla, unica ragazza di campagna tra studentesse urbane, accetta. E da quel momento, la sua vita cambia.

Con una scrittura essenziale e incisiva, Guerra non ha bisogno di fronzoli per colpire. Ogni parola è scelta con cura, ogni scena ha un peso emotivo.

L'ambientazione storica rende il contesto sociale ricostruito con precisione, senza didascalismi e la protagonista è davvero autentica: Carla è fragile, curiosa, in trasformazione. Non è un’eroina, ma una donna che impara a scegliersi.

Il romanzo è breve — appena 108 pagine — e in alcuni momenti si sente il desiderio di restare più a lungo con Carla, di approfondire certi passaggi. Alcuni personaggi secondari restano sullo sfondo, e la narrazione, pur intensa, avrebbe potuto osare di più nel finale.

Lo consigliato a chi ama le storie di formazione femminile, i romanzi che parlano di corpo e libertà senza retorica con narrazioni intime, ambientate in contesti storici precisi.

Grazie alla casa editrice per l'opportunità.

Vi ricordo che trovate la recensione anche su Instagram e Facebook. 


       Image created with unsplash.com

 
 
 

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