RECENSIONE: La casa sull'albero
- Sabrina Pennacchio
- 4 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min

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Editore: @giuntieditore
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐/5
𝐓𝐑𝐀𝐌𝐀:
È tempo di vacanze. Henrik e Nora hanno deciso di andare in Svezia, nella vecchia baita di famiglia, con Fynn, il figlio di cinque anni. Tutto è rimasto come nei ricordi d'infanzia di Henrik: la casa di legno rossa con le finestre bianche, il prato, il laghetto che splende al sole. Sembra di trovarsi in una fiaba di Astrid Lindgren. Eppure, nonostante la proprietà si trovi ai margini dell'ultima zona selvaggia d'Europa, in una foresta così grande da camminare per ore senza incontrare anima viva, sembra che qualcuno ci abbia vissuto di recente. E che li stia spiando… Molto presto, quella che doveva essere un'estate idilliaca si trasforma in un incubo: nei dintorni viene ritrovato lo scheletro di un bambino e subito dopo Fynn scompare. Mentre i suoi genitori si lasciano prendere dai sensi di colpa, la polizia, con l'aiuto della studiosa di botanica forense Rosa Lundqvist, si chiede se esista un collegamento tra i due casi. E quali misteri si celino nel folto del bosco, dove una vecchia casa sull'albero resiste allo scorrere del tempo… Nuvole basse e pesanti che si insinuano tra le fronde, acqua ghiacciata e vento che sferza le onde.
𝐂𝐎𝐒𝐀 𝐍𝐄 𝐏𝐄𝐍𝐒𝐎:
Buongiorno lettori del mio cuore ❤️ come state oggi? Spero bene.
❓Vi intriga questa novità?
Oggi sono qui per parlarvi di un'altra bellissima opera arrivata nelle nostre librerie e online.
Come sapete sono una grande amante del genere, quindi potevo mai farmela scappare? Assolutamente no.
Ci sono thriller che ti catturano fin dalle prime pagine, avvolgendoti in un’atmosfera inquietante e misteriosa. La casa sull’albero di Vera Buck è uno di questi: un romanzo che mescola tensione psicologica, segreti sepolti e una natura selvaggia che sembra nascondere più di quanto lasci intravedere.
Un’ambientazione suggestiva e un incubo che prende forma
Henrik e Nora, insieme al loro figlio Fynn, decidono di trascorrere le vacanze in una baita di famiglia immersa nella foresta svedese. Il luogo sembra perfetto, un rifugio lontano dal caos, dove il tempo scorre lento e la natura domina incontrastata. Ma presto la tranquillità si trasforma in angoscia: nei dintorni viene ritrovato lo scheletro di un bambino e, poco dopo, Fynn scompare nel nulla.
Buck costruisce un’atmosfera densa di tensione, dove ogni dettaglio sembra suggerire che qualcosa di oscuro si nasconda tra gli alberi. La foresta diventa un personaggio a sé, con i suoi silenzi inquietanti e le ombre che si allungano tra i tronchi.
Personaggi complessi e una protagonista fuori dal comune
Uno degli elementi più affascinanti del romanzo è Rosa Lundqvist, un’investigatrice esperta di botanica forense. Rosa non è il classico detective: ha una sensibilità unica nel leggere i segni della decomposizione sulla vegetazione e riesce a individuare luoghi in cui sono sepolti cadaveri. Il suo rapporto con la morte è quasi simbiotico, e la sua presenza aggiunge un tocco di originalità alla narrazione.
Henrik e Nora, invece, sono genitori spezzati dalla paura e dal senso di colpa. Il loro dolore è palpabile, e Buck riesce a trasmettere con grande intensità la disperazione di chi ha perso ciò che aveva di più caro.
Un thriller psicologico che lascia il segno
La scrittura di Vera Buck è incisiva e coinvolgente, capace di mantenere alta la tensione senza mai perdere di vista la profondità emotiva dei personaggi. Il romanzo alterna momenti di introspezione a scene cariche di suspense, creando un equilibrio perfetto tra emozione e adrenalina.
La mitologia nordica, con i suoi simboli e le sue leggende, si intreccia alla trama, arricchendo la storia con riferimenti affascinanti che amplificano il senso di mistero.
Conclusione: una lettura imperdibile per gli amanti del genere
La casa sull’albero è un thriller che sa come tenere il lettore incollato alle pagine. Vera Buck costruisce una storia avvincente, oscura e ricca di colpi di scena, dove la paura si insinua lentamente, fino a diventare un’ombra impossibile da ignorare.
Io ho chiuso l’ultima pagina con il fiato sospeso e la sensazione di aver vissuto un incubo perfettamente orchestrato.
Grazie alla casa editrice per l'opportunità.
Vi ricordo che trovate la recensione anche su Instagram e Facebook.
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