RECENSIONE: La Memoria del Giglio
- Sabrina Pennacchio

- 28 set
- Tempo di lettura: 3 min

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Editore: @rizzolilibri
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐🌟/5
𝐓𝐑𝐀𝐌𝐀:
Volterra, 1872. Le nozze del conte Lodovico con Adele sono una rivoluzione per i Ruggieri Buzzaglia: la sposa, una ragazza senza cultura che era stata serva in casa loro, fa il suo ingresso in famiglia come contessa. Ma coi suoi modi schietti e risoluti, Adele assolve subito con dedizione ai doveri che come donna e moglie la società le impone. Eccola dunque muoversi tra le stanze del palazzo con il ventre sempre gonfio, impegnata a dare una discendenza al marito, un uomo mite e dalle idee progressiste. Per Livia, la quarta degli otto figli della coppia, quella madre provata dalle continue gravidanze è una creatura misteriosa. È piccina, Livia, quando decide che le faccende di donne non le interessano, e poco più che bambina quando sua sorella maggiore, Babà, affronta il padre con coraggio, chiedendogli il permesso di diplomarsi: per seguire la sua vocazione di maestra è disposta a rinunciare agli agi della nobiltà, e a trasferirsi da sola in un paesino arroccato sulle montagne. Il suo gesto ribelle aprirà una crepa nella storia della famiglia, che nelle pagine di questo romanzo è la voce di Livia a raccontarci: il filtro della sua memoria, quello di una donna schiva, che non ha mai reclamato per sé un ruolo da protagonista, ripercorre l'epopea dei Ruggeri Buzzaglia attraverso decenni di passioni, miserie e rivoluzioni fino al secondo dopoguerra. Per restituirci la fotografia di quattro generazioni di donne - la genealogia dell'autrice - capaci di scrivere il proprio destino con l'inchiostro della tenacia. Un romanzo che abbraccia, punteggiato di luminose figure femminili, che è un omaggio alla resilienza e all'amore per il sapere.
𝐂𝐎𝐒𝐀 𝐍𝐄 𝐏𝐄𝐍𝐒𝐎:
Buongiorno lettori del mio cuore ❤️ come state oggi? Spero bene.
❓Vi intriga questa novità?
Oggi sono qui per parlarvi di un'altra bellissima opera arrivata nelle nostre librerie e online.
Come sapete sono una grande amante del genere, quindi potevo mai farmela scappare? Assolutamente no.
“ La memoria non è un archivio: è un giardino. E il giglio, anche quando appassisce, lascia il suo profumo. ”
La memoria del giglio è un romanzo che racconta la genealogia femminile come atto di resistenza, dove ogni figlia è anche custode, ogni madre è anche soglia.
Volterra, 1872. Adele, ex serva e ora contessa, entra nella famiglia Ruggieri Buzzaglia con la forza silenziosa di chi non ha mai avuto il privilegio di scegliere, ma ha imparato a sopravvivere. Il suo matrimonio con Lodovico, uomo mite e progressista, segna l’inizio di una dinastia che si costruisce tra gravidanze, doveri imposti e desideri taciuti. Il romanzo è narrato da Livia, quarta di otto figli, voce schiva e osservatrice, che ci guida attraverso decenni di trasformazioni sociali, intime e politiche.
La storia si snoda tra le stanze del palazzo e le montagne dove Babà, sorella maggiore, sceglie di diventare maestra, rinunciando agli agi nobiliari. Il suo gesto è una crepa nel sistema patriarcale, un atto di ribellione che apre la strada a una nuova consapevolezza. Da lì, il romanzo si espande come un albero genealogico: ogni donna è un ramo, ogni scelta una foglia che sfida il vento.
Alessandra Libutti ha uno stile che accarezza e incide, capace di evocare epoche e emozioni con precisione lirica, il romanzo non idealizza le protagoniste, ma le mostra nella loro complessità — fragili, tenaci, contraddittorie e, tra tutte, la voce di Livia è filtro e specchio, e attraverso di lei conosciamo quattro generazioni di donne che non hanno fatto la storia ufficiale, ma l’hanno vissuta e trasformata.
Temi come la maternità, educazione, classe sociale ed emancipazione sono trattati con profondità e rispetto, senza retorica, proprio per questo mi sento di consigliare il romanzo a chi ama le opere storiche che mettono al centro le donne, le narrazioni familiari che attraversano il tempo e le storie che parlano di coraggio silenzioso e rivoluzioni interiori
La memoria del giglio è un omaggio alla resilienza femminile, alla forza delle madri, delle figlie, delle sorelle. È un libro che abbraccia, che lascia tracce, che profuma di carta e di gigli, anche dopo l’ultima pagina.
Grazie alla casa editrice per l'opportunità.
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