RECENSIONE: Lascia stare i morti
- Sabrina Pennacchio
- 28 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 5 giu

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Editore: @ponteallegrazie_editore
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐🌟/5
𝐓𝐑𝐀𝐌𝐀:
Faenza, 1980. Ciparisso Briganti, partigiano da giovanissimo, ex poliziotto, oggi è un investigatore privato che si divide tra pedinamenti e raccolte di prove, la passione per il gioco delle bocce, il jazz e una famiglia sgangherata. Una mattina di settembre, una donna gli recapita un biglietto, e con un pugno di parole il passato torna a bussare alla sua porta: il fornaio Federico Ronconi, reo confesso condannato all'ergastolo per il brutale omicidio di quattro bambini, è morto, ma prima di andarsene ci ha tenuto a fargli sapere che in realtà con quelle uccisioni lui non c'entrava nulla. L'inaspettata dichiarazione d'innocenza lo spinge a riprendere in mano quell'indagine scomoda e bollente che quattro anni prima gli è costata la carriera, ma nel dare la caccia al vero assassino, scavando nel torbido di una città in cui colpe taciute e insabbiamenti si mescolano a recrudescenze fasciste, dovrà guardarsi le spalle per non mettere in pericolo le persone che ama. In una provincia stretta alla gola dalla coda degli anni di piombo, mentre gli anni Ottanta effondono false promesse di spensieratezza, investigando sulla morte dei bambini – e sulla misteriosa scomparsa della sorella dell'ultimo – Briganti si troverà a fare i conti con i peccati originali della prima repubblica, tra epurazioni mancate e strambe sedute spiritiche volte a evocare il fantasma di Mussolini, per scoprire che il male, spesso, si annida proprio in quella che dovrebbe essere la tana del suo avversario.
𝐂𝐎𝐒𝐀 𝐍𝐄 𝐏𝐄𝐍𝐒𝐎:
Buongiorno lettori del mio cuore ❤️ come state oggi? Spero bene.
❓Vi intriga questa novità?
Oggi sono qui per parlarvi di un'altra bellissima opera arrivata nelle nostre librerie e online.
Come sapete sono una grande amante del genere, quindi potevo mai farmela scappare? Assolutamente no.
Ci sono indagini che non si chiudono mai davvero, verità che restano sepolte sotto strati di menzogne e silenzi. Lascia stare i morti è un romanzo che mescola noir e storia, portando il lettore in una Faenza degli anni Ottanta, dove il passato torna a bussare alla porta di chi pensava di averlo lasciato alle spalle.
Un investigatore e un caso irrisolto
Ciparisso Briganti, detto Briga, ha vissuto molte vite: partigiano, poliziotto, ora investigatore privato. La sua esistenza è scandita da pedinamenti, jazz e una famiglia che cerca di tenere insieme. Ma quando riceve una lettera che riapre un vecchio caso, tutto cambia.
Quattro bambini sono stati uccisi anni prima, e il colpevole, Federico Ronconi, ha sempre sostenuto la propria innocenza. Ora, con la sua morte, Briga si ritrova a dover affrontare un’indagine che gli era costata la carriera, scavando tra segreti e insabbiamenti che potrebbero mettere in pericolo chiunque si avvicini troppo alla verità.
Atmosfera cupa e una narrazione avvincente
Claudio Panzavolta costruisce un romanzo che mescola tensione e introspezione, con un protagonista che porta sulle spalle il peso della storia e delle proprie scelte. L’ambientazione è ricca di dettagli, con una Faenza che diventa teatro di una lotta tra giustizia e potere.
Lo stile è incisivo e coinvolgente, con una narrazione che alterna momenti di pura adrenalina a riflessioni profonde sulla natura del male. Il romanzo esplora il confine tra passato e presente, mostrando come certi eventi non si chiudano mai davvero.
Conclusione: un noir che lascia il segno
Lascia stare i morti è un romanzo che cattura e sconvolge, con una trama avvincente e un protagonista che affronta il male in tutte le sue forme. Claudio Panzavolta riesce a creare una storia che non si limita alla suspense, ma esplora le profondità della psiche umana, lasciando il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Grazie alla casa editrice per l'opportunità.
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