RECENSIONE: Qualcosa che brilla
- Sabrina Pennacchio

- 15 ott
- Tempo di lettura: 3 min

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Editore: @rizzolilibri
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐/5
𝐓𝐑𝐀𝐌𝐀:
Quando gli chiedono qual è il problema con gli adolescenti di oggi, il dottor Mauro Rolli non sa cosa rispondere. Alle diagnosi facili e alle etichette ha sempre preferito l’ascolto: leggere gli sguardi, interpretare il linguaggio del corpo. Dopo un inizio in ospedale, ha abbandonato la carriera in psichiatria, mettendone in discussione i metodi di cura. Per questo ha fondato a Roma il Centro La Ginestra, uno spazio di accoglienza e dialogo, dove i ragazzi si sentono finalmente visti. Mauro non cura dall’alto: si siede accanto a loro. Li ascolta. Li vede nella loro fragilità assoluta, anche quando non riescono a dire cos'hanno, anche quando le parole si spezzano in gola e la sofferenza è una cappa di buio. C'è Sara, che si rifiuta di uscire di casa. Irene, in guerra continua col cibo. Clara, che ruba. E poi Gianpaolo, Noemi, Sandra, Viola, Luca. Parlare e ascoltare li fa sentire meno soli. E quando serve, Mauro incontra anche i loro genitori. Li aiuta a capire, a non aver paura, ad accettare. Nessuno lo sa meglio di lui, segnato vent’anni prima dall'incontro con Arianna, una paziente che non ha mai dimenticato. Ora Arianna è tornata, come collega. E Mauro deve trovare la forza di curare anche le sue, di ferite, senza rinunciare ai propri sogni.
𝐂𝐎𝐒𝐀 𝐍𝐄 𝐏𝐄𝐍𝐒𝐎:
Buongiorno lettori del mio cuore ❤️ come state oggi? Spero bene.
❓Vi intriga questa novità?
Oggi sono qui per parlarvi di un'altra bellissima opera arrivata nelle nostre librerie e online.
Come sapete sono una grande amante del genere, quindi potevo mai farmela scappare? Assolutamente no.
Qualcosa che brilla è un romanzo che non cerca di raccontare una storia, ma di accogliere voci. Michela Marzano costruisce un coro di adolescenti che non gridano, ma sussurrano il loro dolore, la loro rabbia, la loro fame di senso. Ambientato in un centro terapeutico, il libro si muove tra le stanze di un luogo che non cura con farmaci, ma con parole, ascolto e presenza.
Ogni ragazzo ha un sintomo, ma nessuno è una diagnosi. C’è chi si chiude, chi si ferisce, chi si ribella, chi si spegne. Eppure, in mezzo a tutto questo, c’è qualcosa che resiste: un frammento di luce, una scintilla che non si lascia spegnere. Il titolo non è una metafora casuale — è la promessa che, anche nel buio, qualcosa può brillare.
Il romanzo alterna voci, pensieri, confessioni. Non c’è una trama lineare, ma un intreccio di esistenze che si sfiorano, si feriscono, si cercano. Il dottor Rolli, lo psichiatra che guida il gruppo, non è un salvatore, ma un uomo che ha imparato a stare. E quando una figura del suo passato riemerge, anche lui è costretto a fare i conti con le proprie ombre.
“Nel mio petto ogni giorno c'è qualcosa che brilla rosso e fulgente, come una fiamma che brucia.”
Marzano scrive con precisione emotiva, senza retorica. La sua lingua è limpida, ma mai fredda. Ogni frase sembra cercare il punto esatto in cui il dolore si trasforma in parola. Non ci sono soluzioni, ma possibilità. Non ci sono eroi, ma esseri umani che provano a non crollare.
Qualcosa che brilla è un romanzo per chi vuole capire, per chi ha vissuto il silenzio, per chi crede che ascoltare sia già un atto di cura. È un libro che non consola, ma accompagna. E che, nel farlo, lascia davvero qualcosa che brilla.
Grazie alla casa editrice per l'opportunità.
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